26 maggio 2009

Quant'è buona...

Barbara Matera, da soubrette a candidata «Io unisco l’esteriorità e i contenuti»

L’ex attrice che Berlusconi vuole a Strasburgo: «Mi sento una semi-monaca»

«Alle dieci della sera / sulla piazza di Lucera / da una Bmw berlina / scese infine la Velina / È la Barbara Matera! / Deputata Buonasera!». Ci vor­rebbe Ennio Flaiano, del quale ritocchiamo i cele­berrimi versi dedicati al grande Giovanni Russo, per raccontare la campagna elettorale dell’ulti­ma sopravvissuta della covata di figliole che sa­rebbero state candidate alle Europee ( il Giornale berlusconiano pubblicò il book di sette bellezze, Libero parlò di «una riunione del premier con 20 aspiranti») se non fossero state dolorosamente depennate a una a una dopo la sortita di Veroni­ca Lario sul «ciarpame senza pudore, in nome del potere».


Dovevate vederla, l’altra sera, al comizio indet­to davanti alla cattedrale dell’Assunta del paesot­to pugliese, là dove Massimo Troisi girò il film Le vie del Signore sono finite. Folla di centinaia di persone. Per larga parte arrivate ad applaudi­re il battesimo del candidato sindaco del Pdl Pa­squale Dotoli da parte di Raffaele Fitto, il reuccio pugliese atteso a tarda sera al termine della quo­tidiana maratona elettorale. Ma per metà accor­se solo per vedere Barbarella, la nipote di nonna Antonietta che se ne andò a Roma col «sogno di diventare ballerina» e che, dopo aver fatto la let­terina «letterata» di Chiambretti, la Signorina Buonasera per la Rai, la brigadiera in Carabinieri 7 e «la fidanzatina di Pasotti» in Suocere («Mi è piaciuto moltissimo lavorare con questo cast, che io considero di big, big, big») è ormai pron­ta per rappresentare l’Italia a Strasburgo.

Attesa interminabile. Coppiette che si allonta­navano per prendere un gelato. Bambini che si accasciavano morti di sonno sulle spalle dei pa­pà. Chiacchiericci: «Ma tu la conosci, Barbara?». «Credo sia figlia della maestra Vanda...». «E co­m’è? ». «Boh...». Silvio Berlusconi (che anche ieri ha telefonato a un’assemblea elettorale a Lame­tia per appoggiare la sua elezione) l’ha spiegato al Corriere, perché l’ha scelta: «È laureata in scienze politiche, me l’ha consigliata Gianni Let­ta, è fidanzata del figlio di un prefetto suo ami­co ». Ah, ecco...

Oddio, dice lei stessa di non essere ancora lau­reata e non ha mai fatto scienze politiche ma Scienze dell’educazione, però la storia del fidan­zato è vera: «Si chiama Fabio, è un ragazzo d’al­tri tempi: galante, educato, sportivo. Un cavalie­re vero». Lei stessa del resto si sente d’altri tem­pi. A partire, ha spiegato a Chi (smentendo di fat­to le foto «prosperose») dai vestiti: «Cerco so­prattutto di essere accollata: sono tutta vera». Di più: «Mi vedrei bene a recitare in costume d’epo­ca, sento dentro di me un’anima medievale. Mi piacerebbe anche interpretare una religiosa. Vi­ve in me una semimonaca».

La sua grande passione, prima ancora del ca­ne dobermann di nome Johnny, è padre Pio: «Nel mio cuore ci sono due cose, fin da bambi­na: la fede in padre Pio, che mi ha aiutata a supe­rare i momenti più difficili della mia vita, e il so­gno di diventare ballerina. La prima, la devozio­ne per il frate santo, non mi ha mai abbandona­to, mentre la seconda, un desiderio che temevo non potesse realizzarsi mai è in un certo senso diventato realtà grazie al programma di Milly Carlucci Notti sul ghiaccio ».

Da piccola, ha confidato alla rivista Dipiù, non riusciva a dormire: «Incubi tormentavano la mia vita». Graziata dal frate di Pietrelcina, gli è rima­sta fedele: «Sento sempre una presenza viva ac­canto a me in qualunque momento della giorna­ta. Anche durante il programma Notti sul ghiac­cio in camerino portavo sempre con me un’am­pollina d’acqua santa, le immagini dei santi, an­che l’enciclica di papa Benedetto XVI, che sto leg­gendo in questi giorni». L’acqua santa e l’enciclica? In camerino? Tra i costumini e i tutù? «Tutte cose che mi danno grande serenità».

Ragazza studiosissima, scrive Gente: «La ma­dre Vanda, pur di non vederla sempre china alla scrivania, nel 1999 la iscrisse al concorso di Miss Italia: 'Voleva che mi staccassi dai libri, che so­cializzassi con le ragazze della mia età. Ho vinto la fascia di Miss Deborah Puglia, ma mi sono fer­mata alle semifinali. Una delusione che mi ha for­tificata' ». Fatta la maturità, si sentiva portata per la Normale di Pisa: «Ma non ho passato il test, così, demoralizzata, ho lasciato il mio paese e mi sono trasferita a Roma». Da aspirante nor­malista ad aspirante letteronza della Gialappa’s. Da Giovanni Gentile a Pupo: «Simpaticissimo, al­la mano e bravissimo cantante». Il resto è venu­to da sé. Prima l’offerta di una candidatura alla Camera nel 2008 (pudicamente declinata, pare: «No, grazie, non sono pronta») poi quella per Strasburgo. Accettata. «Come mai?» le ha chie­sto Chi. E lei: «Spero con la mia assiduità e con il mio impegno di poter essere utile al mio Paese». Sicura? «So quanto valgo, sono consapevole del­la mia preparazione e della mia passione per l’at­tività politica» ha risposto al Giornale forzando la naturale modestia «sono cosciente della stra­da difficile che ho intrapreso e delle responsabili­tà che dovrò, se eletta, affrontare. Mi si passi la presunzione, ma mi sento pronta e serena».

Ha seguito i corsi della serie «piccole parla­mentari crescono» tenuti dai ministri. Ha letto molto: «L’ultimo libro? Stelle a destra di Mara Carfagna». Pochi giorni dopo era già fotografata da Dipiù a New York mentre leggeva assorta i quotidiani americani con una didascalia che spiegava che era lì per «studiare la situazione in­ternazionale in cui potrebbe trovarsi a lavorare se fosse eletta».
«Ma cosa ha intuito il Cavaliere in lei che gli italiani magari ancora non sanno?» le hanno chiesto. «Mi consente un pizzico di presunzio­ne? Ho pensato che il Pdl, con la mia candidatu­ra e con la mia auspicata elezione a Bruxelles, non farà una brutta figura. In fondo, non sono solo io a dire che anche l’occhio vuole la sua par­te... E nel mio caso, spero di unire esteriorità e contenuti».

Sull’«esteriorità», per usare le parole sue, ci siamo. Appena è apparsa sulla «sua» piazza è sta­to un coro: «Oooh! Quanto s’è fatta beeella!». E il resto? Boh... Chiamata a esordire come ora­trice, la Divina Creatura ha salutato tutti, si è det­ta felice per quanto gli elettori fossero numero­si, ha promesso per un’altra volta un discorso «un po’ più lungo» e ciao. Totale: 24 secondi e sei decimi. Concisa. Inutile insistere per un’inter­vista: «Arrivederci. Scusate. Grazie...». Ma come: e i suoi pensieri? «Scusate, grazie....». E i conte­nuti? «Scusate, grazie...». Alle undici di sera / dal­la piazza di Lucera / già s’invola la Matera...

Gian Antonio Stella sul corriere.it